Con l’uscita dati di Aprile 2022, ANAFIBJ ha pubblicato il nuovo Indice Tolleranza al Caldo che si pone come obiettivo quello di stabilire la relazione tra performance e condizioni metereologiche, stimandone i parametri genetici al fine di inserirlo come strumento di selezione.

Cos’è lo stress da caldo

Nella precedente News abbiamo parlato in maniera diffusa dello stress da caldo: la vacca da latte trova la sua zona di confort termico tra -5°C e i 25°C, con delle leggere variazioni in funzione dello stato fisiologico e produttivo della bovina stessa. L’incapacità degli animali di sopportare temperature superiori ai 25°C, determina un calo nella produzione di latte.
Come dimostrato dai dati pubblicati da ANAFIBJ, infatti, una volta superati i 24°C la produzione di latte comincia a diminuire, arrivando a perdite consistenti di quasi 2 kg al giorno quando la temperatura supera i 33°C.

L’Indice di Tolleranza al Caldo

Con questa valutazione, dunque, ANAFIBJ pubblica il nuovo Indice di Tolleranza al Caldo, che entra a far parte dei dati gestionali e, in quanto tale, viene espresso con media 100 e ds 5: animali con un indice maggiore di 100 daranno figlie in grado di sopportare le maggiori temperature con un ridotto impatto sulla produzione di latte.

Nel concreto, considerati i tori con più di 1000 figlie, gli animali con un indice maggiore di 105 mostrano una differenza di produzione tra inverno ed estate di circa 0.33kg/giorno, differenza che aumenta a 1.24kg/giorno nel caso di tori con indice minore di 95. L’Indice Tolleranza al Caldo ha una correlazione negativa con l’Indice Latte e ereditabilità del 16%.

Oltre alle differenze in termini di produzione, da una prima analisi dei dati, le secondipare sembrerebbero quelle che subiscono maggiormente l’effetto del caldo. Inoltre, l’Indice Tolleranza al Caldo è correlato positivamente con i caratteri funzionali quali Cellule Somatiche, Mastite e Fertilità.

Per la creazione di questo nuovo indice, ANAFIBJ ha utilizzato un dataset importante, che prende in considerazione le temperature massime giornaliere e l’umidità relativa di un periodo di tempo che va dal 1994 al 2021. Per ogni allevamento, ci sono dunque una media di 2.3 stazioni meteo ad una distanza media di 25km. A questi dati sono stati, poi, affiancati i controlli funzionali, permettendo così di calcolare la risposta produttiva degli animali alle variazioni di temperatura e umidità.

Visti gli effetti del riscaldamento globale e l’impennata significativa delle temperature del nostro Pianeta negli ultimi decenni, selezionare per animali in grado di sopportare lo stress da caldo sarà rilevante per una produzione di latte più efficiente.